Manulzio: la panchina

 

Chi è quel maleducato signore accomodato sulla mia panchina? egli mi arreca un notevole disappunto proprio nell'istante in cui mi accingo alla meritata alimentazione dopo un discreto periodo di digiuno.

Come si permette? lo sa, non può non esserne a conoscenza, che quello è il mio sedile. ah, ma ora vado e lo caccio via in malo modo, si ricorderà per anni di questa sua azione malvagia. ora vado.

Cosa crede di fare lì seduto? si rende conto di ciò che che facendo? sa che posso denunciarla? che le posso fratturare un braccio? si allontani, per cortesia, e non si sieda mai più su questa panchina a quest'ora della giornata.

Ecco, così si fa. è un attimo, lui si spaventa e si allontana.

E se non funzionasse? se mi ignorasse? peggio, se mi percuotesse? che disdetta, tutte a me devono capitare.

Ragioniamo: questo losco individuo non se ne va, e purtroppo non sarò certo io a mandarlo via, non posso sedermi su un'altra panchina, il croissant si raffredda, di sedermi a fianco del manigoldo non si discute nemmeno. pensiero creativo, pensiero creativo, non mi viene in mente nulla. questa situazione mi ucciderà, già sento un formicolare al braccio sinistro.

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