La fragile porta del negozio si apre con violenza e Cesinda ha un soprassalto. Era così intenta ad assaporarsi la parlata nervosa e aggressiva della venditrice che non aveva notato il ragazzo pettinato e benvestito passare più volte davanti al negozio e guardare in modo un po' circospetto dentro la vetrina. È colta di sorpresa tre volte: nel vedere entrare nel negozio una persona diversa dalle tre clienti storiche; perché la persona è un uomo, cosa che non ricordava di avere mai sperimentato da quando lavorava lì; infine perché il ragazzo, invece di domandarle un paio di calze blu, le sta chiedendo rudemente di consegnargli i soldi dell'incasso.
- Presto, mettili sul banco, o ti spacco le ossa.
Cesinda è interdetta: non tradisce paura, semplicemente sta immobile in piedi a guardare il ragazzo negli occhi.
- Sbrigati, che non ho tempo da perdere.
Dopo qualche secondo il ragazzo spintona Cesinda facendo cadere il televisore lillipuziano, rovista nella cassa raccogliendo le poche banconote che dovevano servire come resto, vede la borsetta della ragazza, infila la mano dentro e prende il portafoglio, poi esce rapidamente dal negozio urtando la commessa, senza voltarsi.
Cesinda, in piedi dopo avere barcollato per il colpo subito, guarda la porta per altri dieci minuti.