L'agguato

 

Manulzio è in catalessi, Fasillo è in agguato dietro il giornale. Passano lunghi minuti, Manulzio con il croissant in mano e il sudore che scende dalle tempie, Fasillo seduto e con in mano una mandria imbizzarrita di fogli smisurati.

Infine Fasillo rompe gli indugi: scatta in avanti, il giornale stropicciato che vola da tutte le parti, e inchioda il povero Manulzio che non riesce nemmeno a pensare di tentare la fuga, indeciso a tutto.

- Tu sei Manulzio, vero? Come mai non hai una donna? Tieni per la Juve? Sei finocchio? Che lavoro fai? Sei di Torino? Quanto paghi di affitto? - Fasillo non era propriamente un investigatore della vecchia scuola, di quelli che riescono ad avere le informazioni necessarie in modo discreto. A volte i suoi metodi erano efficaci, principalmente con le persone che non desideravano altro che partecipare a dei programmi televisivi, pronte a fornire informazioni a chiunque mostrasse di esserne interessato. Nel caso in questione, e conoscendo Manulzio, c'erano pochi dubbi che l'approccio fosse eccessivamente diretto e difficilmente avrebbe dato dei risultati positivi.

Manulzio si avvita su se stesso e lentamente si adagia sulla ghiaia.

Fasillo, dopo un momento di stupore, urla - Presto, i sali. Questo signore è svenuto. Aiutatemi a sdraiarlo sulla panchina. Quella lì, sì.

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