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Biruota dalla Precatastrofe

 

Regno di Andovilan, anno 2834 dalla Catastrofe.

- Presto, maestro, venga qui!

- Cosa c'è?

- Venga qui, una cosa incredibile, non so cosa...

- Ma cosa può essere di così strano in queste rovine da non farti più parlare?

- Maestro, guardi.

- Io, io, è incredibile, è una cosa... è eccezionale, è una cosa... fermi tutti, non possiamo rischiare di rovinare... Allontanatevi da qui, farò qualche rilevamento; nel frattempo, voi due, andate a scuola e fate subito venire qui il maestro Tantrin, ditegli di portare una corda robusta.

 

Due giorni dopo, dalla lettera del maestro Ortix Maldi Tossili, responsabile della scuola Banal, al governatore della provincia di Teguchin, Onni Gala Mamenti.

"[...] Desidero segnalare al Nostro Governatore il ritrovamento di una camera sotterranea e delle suppellettili contenute in essa, avvenuto due giorni fa sul fianco est della collina di Lacasterio [...] Si tratta di una camera con le pareti di cemento assolutamente intatte. Le suppellettili dentro di essa si sono conservate perfettamente e appartengono senza dubbio alla civiltà precatastrofe. Al momento la zona è stata delimitata e dovrebbe essere messa sotto vigilanza in modo da preservare altre antiche costruzioni e oggetti che potrebbero essere ancora presenti nella zona. [...] Di particolare interesse, nella camera sono stati ritrovati tre oggetti, adesso custoditi nella scuola Banal. Il primo è un macchinario complesso, costituito principalmente di metallo, più altri materiali di cui alcuni non conosciuti, e costituito da alcune parti mobili. Gli altri due sono scarpe appartenenti al medesimo paio, molto evolute e con dei cilindri rotanti attaccati sotto la suola. Al momento non è noto l'utilizzo di questi oggetti, e sono al momento in fase di studio da parte dei maestri della scuola, in ogni caso si tratta probabilmente degli oggetti più avanzati dal punto di vista tecnologico che ci siano mai pervenuti dalla civiltà precatastrofe. [...]"

 

Quattro giorni dopo, dalla lettera di risposta del governatore Onni Gala Mamenti al maestro Ortix Maldi Tossili.

"[...] Apprendiamo con interesse del ritrovamento, abbiamo inviato degli scienziati per studiare gli oggetti ritrovati nella camera. Riporteranno direttamente a me, e valuteranno la possibilità di trasferirli nel palazzo della Provincia per poterli custodire meglio. [...]"

 

Dieci giorni dopo, dalla lettera di Mina Ortisel Danutti, scienziata, al governatore Onni Gala Mamenti.

"[...] Gli oggetti ritrovati sembrano essere entrambi mezzi di locomozione.

Il primo, che abbiamo denominato biruota, ha forma complessa: è costituito da due ruote tra di loro interconnesse tramite un telaio in metallo, una delle due ruote è basculante, l’altra è collegata con un meccanismo a catena e ruote dentate a due bracci con tavolette rotanti; ci sono poi parti minori di materiali diversi. Cavalcato da un uomo permette di mantenere l’equilibrio, in un modo che ancora non comprendiamo, e a spostarsi a una velocità notevole e con poca fatica. [...] Stiamo cercando di costruire un modello analogo di questa macchina per verificare se la nostra tecnologia ci permetterà di realizzare efficacemente un biruota funzionante.

Il secondo oggetto consiste in una coppia di scarpe di ottima fattura, ognuna con quattro ruote attaccate alla suola. L’abbiamo chiamato pieveloce. L’utilizzo di tali scarpe presumibilmente permetterà a un uomo di spostarsi con rapidità su una superficie liscia, ma sembra abbastanza complicato imparare la tecnica necessaria per mantenere l’equilibrio, per muoversi, per curvare e per fermarsi. Anche di questi oggetti stiamo cercando di costruire delle copie funzionanti. [...]"

 

Dal discorso del maestro Olli Sini Arielli alla riunione annuale dei maestri a Tigullin, capitale del regno di Andovilan.

- Cari colleghi, ritengo che questo ritrovamento della civiltà precatastrofe sia di gran lunga il più importante mai avvenuto, per l’importanza degli oggetti recuperati e per il loro stato di conservazione. Nulla di comparabile con i ritrovamenti delle carcasse metalliche avvenuti in Lecenia quarant’anni fa. Vi ricorderete: si trattava di mezzi grossi, goffi e pesanti, a forma di scatola metallica con delle aperture di cristallo per permettere ai trasportati di guardare fuori dalla scatola. Il conducente e i passeggeri stavano seduti su ampi sedili e, viste le grosse dimensioni del mezzo, abbiamo pensato che fossero utilizzati principalmente per il trasporto di oggetti pesanti e di più persone, mentre è ovvio che difficilmente erano utilizzati per il trasporto di una singola persona. Li chiamammo bloccoscatole.

Dai ritrovamenti leceni comprendemmo, almeno in parte, la modalità di trasmissione del movimento dal grosso blocco di metallo, alloggiato nella parte anteriore della scatola, alle ruote. Ciò che non abbiamo capito, invece, è cosa generasse il movimento all’interno del grosso blocco di metallo. Sicuramente era necessario una forma di alimentazione esterna del blocco, probabilmente veniva utilizzato un combustibile in grado di generare esplosioni controllate in alcune cavità del blocco, le esplosioni mettevano quindi in movimento delle parti mobili che a loro volta lo trasmettevano alle ruote. Pensiamo che l’efficienza di quel sistema di propulsione fosse molto bassa, e che i combustibili in grado di generare delle esplosioni fossero costosi, rari e inquinanti, cioè che durante la loro produzione e il loro utilizzo infestassero l'ambiente con puzza, polvere e materiali dannosi all'uomo e alla natura. Nonostante ciò, alcuni successivi ritrovamenti ci fecero pensare che i bloccoscatola fossero presenti in numero elevatissimo nella civiltà precatastrofe.

Il biruota di Lacasterio risulta essere molto più avanzato concettualmente rispetto al bloccoscatola: è più piccolo e maneggevole, leggero, rapido, non necessita di alimentazione esterna, non è inquinante: tutto ciò lo fa il mezzo ideale per il trasporto di una singola persona. Oltre a ciò può essere costruito e riparato con facilità, tanto da potere essere realizzato, almeno nelle sue parti principali, con una tecnologia ridotta come la nostra, infatti siamo stati in grado di riprodurne degli esemplari discretamente funzionanti. La perfezione assoluta dell'idea che ha permesso l'invenzione del biruota va ben oltre le conoscenze tecnologiche necessarie per costruirlo, e siamo obbligati, dopo questa scoperta, a posizionare la civiltà precatastrofe a un livello intellettuale di molto superiore a ciò che ritenevamo fino a pochi mesi fa. Analogamente potremmo dire del pieveloce, o potremmo cercare di delineare i miglioramenti e il progresso che sperimenteremo nella nostra stessa civiltà grazie all'utilizzo di questi strumenti di locomozione, ma vorrei invece soffermarmi su un altro argomento essenziale.

Sarà necessario, nel futuro prossimo, ridiscutere molte teorie che erano state proposte sulla civiltà precatastrofe: ritenevamo che tale civiltà avesse avuto termine quasi tre millenni fa a causa di una tremenda guerra catastrofica, oppure a causa di qualche incidente provocato dagli uomini stessi che, a livello planetario, avesse ridotto i pochi superstiti a un livello di conoscenza minimo, da cui a poco a poco si erano poi risollevati fino a giungere alle attuali conoscenze tecnologiche. Sapevamo che l'uomo prima della catastrofe avesse raggiunto delle conoscenze scientifiche superiori alle nostre attuali, ma il ritrovamento di manufatti eccezionali, come sono il biruota e il pieveloce, con la loro perfezione, ci indica chiaramente che le conoscenze raggiunte prima della catastrofe erano molto maggiori di quelle che ritenevamo. A mio avviso si tratta di conoscenze tali da portarci a escludere categoricamente che la civiltà precatastrofe sia potuta terminare per mano dell’uomo stesso. È impossibile che una civiltà così avanzata da inventare il biruota possa, nel medesimo tempo, comportarsi così stupidamente da scatenare una catastrofica guerra planetaria oppure un incidente tecnologico. Con tutta evidenza, ritengo, la civiltà precatastrofe si deve essere quindi estinta per un cataclisma naturale o comunque per cause estranee all’uomo.

 

Dalla lettera del re di Andovilan, Atta Geni VI Rutenni, al generale dell’esercito Puni Denotti Affeli.

"Avrà forse sentito parlare del recente ritrovamento di una camera sotterranea appartenente alla civiltà precatastrofe, e dei prodigiosi mezzi di trasporto contenuti in essa. I nostri scienziati sono riusciti a riprodurre delle copie di tali mezzi e i risultati sono stati stupefacenti. Riteniamo quindi che l’esercito si debba predisporre per utilizzare proficuamente le innovazioni del biruota e del pieveloce per migliorare la propria forza d’urto e velocizzare gli spostamenti sul campo di battaglia. Siamo sicuri che l’esercito saprà essere pronto per l’attacco che sferreremo in primavera contro la Madesina."

 

Il biruota fu usato, per la prima volta in campo militare, nella battaglia di Trafalmi nell'anno 2835 dalla Catastrofe. Il suo uso permise all’esercito di Andovilan di imporsi sugli storici nemici dell'impero della Madesina, conquistarla e sottometterne la popolazione. Le guerre di conquista degli andovilani subirono una forte accelerazione e i territori sottomessi raggiunsero la massima estensione nel 2856, quando il regno di Andovilan iniziò a sgretolarsi sotto gli attacchi delle popolazioni confinanti.

 

 

Giugno 2011

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